Il locale ha un vano estivo all'aperto, con soffitto di plastica verde e bianca, tipo festa del'Unità o sagra paesana, pieno di tavoli occupati da famiglie vocianti nell'uscita del sabato sera.
A richiesta (e già questo è discutibile) mi viene portato un menù, dal quale scelgo una bistecca con patate fritte.
La cameriera mi chiede come desidero la bistecca, e questo è già un segno che indica che qui la fiorentina non la sanno fare...
Dopo pochi minuti di attesa (forse troppo pochi) mi arriva una bistecca dall'aspetto molto invitante, cui però non corrispondeva per nulla la qualità : troppo ricca di connettivo, tendini e fibre, in alcune parti quasi immangiabile: d'altra parte, il prezzo (17 euro al chilo) doveva fare sospettare una qualità della carne piuttosto scadente.
Le patate, sicuramente surgelate e prefritte, erano per metà calde e per metà fredde; alla mia rimostranza, la cameriera mi risponde che i reclami vanno fatti alla proprietaria al momento del pagamento del conto, chiaro segno di scarsa o nulla attenzione nei confronti del cliente, per il quale il cameriere è evidentemente addestrato ad essere soltanto un passivo trasportatore di cibo.
Da una carta dei vini (che si definiva tale) pressocchè inesistente, scelgo un Lambrusco "Prà di Bosso" che la cameriera mi spiega essere un Reggiano: quando arriva la bottiglia (già stappata) leggo in etichetta "Lambrusco frizzante IGT", senza menzione del nome scritto nella carta; quindi non si trattava nemmeno di un Reggiano, dato che questa è una DOC, non una IGT.
Chiedo in seguito qualche pezzo di gnocco e di tigelle con salume: mi vengono portati 4 tigelle (leggasi quattro...), buone, e 4 pezzi di gnocco , discreti, anche se alcuni leggermente unti.
Il salume (prosciutto crudo, coppa e salame) era abbastanza buono, da dimenticare i ciccioli, secchi e da supermercato, e il pesto, freddo ed industriale, anch'esso da grande distribuzione.
Da notare che inizialmente mi viene portato un cestino coperto con un tovagliolo all'interno del quale scopro esserci una sola tigella, peraltro fredda: chiamo la cameriera che mi dice, senza scusarsi, di avere sbagliato cestino, mi aveva quindi portato gli avanzi di un altro tavolo.
Incredibile, ma vero... comunque lascio perdere.
Alla fine, il conto: 2 euro di coperto (solita pessima abitudine tipica italiana), la bistecca 15 euro, gnocco, tigelle e salumi 5,50 euro, il vino 6 euro, un caffè corretto 1 euro: totale euro 29,50.
Alla cassa, vedo finalmente la propietaria o chi per essa, una signora polacca che dimostra di avere capito bene come si fanno i soldi con la ristorazione in Italia: ai miei reclami, senza una parola di scuse, mi sconta il prezzo delle patate di contorno (2,50 euro).
Per concludere, il locale è quello caratteristico di quelli con famiglie e anziani che il sabato sera desiderano riempirsi la pancia senza badare minimamente alla qualità .
Non lo consiglio a nessuno, e faccio molta fatica a credere come possa meritare 3 o 4 cappelli.
...
[GROG]
10/08/2008
Che sf*** Dante.
Pensi che potremmo trovare un attimo per vederci, questa settimana?